Immaginate di salire a bordo di una macchina del tempo, proprio come la leggendaria DeLorean del film Ritorno al Futuro.
Impostiamo la destinazione: 2014.
Non dobbiamo andare troppo indietro per scoprire lezioni preziose.
Siamo nel pieno di un periodo di cambiamento. La crisi finanziaria del 2008 e le turbolenze dei debiti sovrani europei sono ancora fresche nella memoria collettiva. La paura ha spinto molti risparmiatori verso un approccio più prudente, privilegiando soluzioni che sembravano sicure e immuni dalle oscillazioni del mercato: liquidità e titoli di Stato.
Per capire cosa è accaduto, seguiamo le decisioni di un risparmiatore, Carlo, che nel 2014 aveva 100.000 euro.
Opzione 1: Liquidità sul conto corrente.
Carlo decide di lasciare i soldi sul conto corrente. "Almeno non corro rischi," pensa. I tassi di interesse erano bassi, ma c'era ancora l'illusione di una remunerazione decorosa. Secondo i dati ufficiali, il rendimento medio sui conti correnti nel 2014 era dello 0,19% lordo annuo. Dopo 10 anni, quei 100.000 euro sarebbero diventati 101.916 euro.
Ma Carlo commette un errore: ignora l'inflazione, che ha eroso il potere d'acquisto al ritmo medio del 2% annuo. Il risultato? In termini reali, il suo patrimonio oggi vale 83.390 euro. Ha perso quasi 17.000 euro senza nemmeno accorgersene.
Opzione 2: Investire in BTP
Carlo sceglie i BTP. Pensando di proteggere il capitale, investe in un ETF che replica i titoli governativi italiani decennali.
Grazie alle cedole e al capital gain, il rendimento annuo medio si è attestato all'1,82%.
Dopo 10 anni, Carlo si ritroverebbe con un capitale nominale di 119.777 euro.
Ma c'è sempre l'inflazione da considerare. Dopo averne tenuto conto, il suo patrimonio reale è pari a 98.323 euro. Meglio della liquidità, ma comunque una perdita rispetto al potere d'acquisto iniziale.
Opzione 3: Puntare sul mercato azionario globale.
E se Carlo avesse scelto di investire in azioni?
Immaginiamo che nel 2014 avesse scelto l'indice MSCI World, che rappresenta i mercati azionari globali.
Nonostante crisi, guerre e oscillazioni, i mercati azionari hanno continuato a crescere, spinti dall'innovazione e dallo sviluppo economico. Con un rendimento medio annuo reale di circa il 7,9%, i 100.000 euro di Carlo sarebbero diventati 213.586 euro in termini di potere d'acquisto, al netto dell'inflazione!
Se calcoliamo il valore nominale,(prima del calcolo dell'inflazione) avrebbe raggiunto addirittura 256.420 euro. Una crescita straordinaria rispetto a qualsiasi altra alternativa.
Riassumendo: il confronto tra le scelte di Carlo:
Ecco una tabella che sintetizza l'evoluzione del patrimonio di Carlo in base alle tre scelte:
Scenario Capitale Nominale (2024) Capitale Reale (2024) Perdita/Potenziale Reale
Conto corrente € 101.916 € 83.390 -€ 16.610
BTP (ETF decennali) € 119.777 € 98.323 -€ 1.677
MSCI World (azioni) € 256.420 € 213.586 +€ 113.586
La lezione che i numeri ci insegnano:
Guardando indietro, una cosa appare evidente: la prudenza fine a se stessa può trasformarsi in una trappola. Evitare di investire significa rinunciare a proteggere il proprio patrimonio dall’erosione del tempo e dall'inflazione.
Se vuoi preservare e far crescere il valore reale dei tuoi risparmi, il mercato azionario rappresenta una delle poche strade capaci di garantire un rendimento reale positivo nel lungo termine.
Come consulente, il mio compito è aiutarti a superare le paure e a costruire un piano di investimento consapevole e adatto alle tue esigenze. Non serve una DeLorean per fare la scelta giusta: basta affidarsi a una guida esperta che sappia accompagnarti nel tuo futuro finanziario.