È la pratica messa a punto dalla banca per aumentare i propri margini di guadagno sui prestiti dei clienti.
Nel momento in cui gli interessi maturati su un prestito concesso da una banca vengono trasformati in capitale, questi interessi si sommano quindi all’importo della somma dovuta, aumentando perciò la base su cui vengono calcolati gli interessi per il periodo successivo.
Un esempio: all’inizio dell’anno chiediamo un prestito di 10.000 € alla banca. Restituiremo la somma in un anno, con un tasso del 10%. Gli interessi maturati senza anatocismo saranno 1000 € alla fine dell’anno. Se la banca decidesse di applicare l’anatocismo semestrale la situazione cambierebbe: gli interessi verrebbero calcolati con il regime composto, facendoli ammontare a 1.025 €.
La base semestrale su cui viene applicato l’anatocismo farebbe maturare gli interessi del primo semestre aggiungendoli alla base di capitale su cui calcolare il 10% del secondo semestre. L’anatocismo bancario semestrale genera quindi una maggiorazione sugli interessi.
Questa pratica oggi non è più consentita, ad eccezione degli interessi di mora (gli interessi maturati sugli interessi che non sono pagati entro la scadenza) e nel caso in cui si richieda l’addebito degli interessi passivi sul proprio conto senza avere poi somma sufficiente.
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