Dopo più di un anno di pandemia e dei suoi effetti sull’economia e i conti pubblici, la discussione sulla Patrimoniale è tornata sotto i riflettori. Di questa imposta si è tornati a parlare molto negli ultimi tempi: per contrastare gli ingenti danni causati dallo stop forzato subito dalle imprese, e il collasso scampato del sistema sanitario, tutti i Paesi hanno schiacciato il pedale della spesa in deficit, togliendo la leva del freno al debito pubblico.
Anche il debito dell’Italia, che già prima del Covid possedeva un rapporto debito/PIL del 135%, ora viaggia verso il 160%. Non un massimo storico, ma ci siamo molto vicini.
Un aiuto arriverà presto dai fondi del Next Generation EU: 209 miliardi di euro tra prestiti e sussidi. E in più c’è la Banca Centrale Europea che ci sta aiutando. Ma tutto questo basterà?
Prima di tutto, che cos’è la patrimoniale?
Cominciamo col dire che “patrimoniale” non è un nome proprio (tipo IVA o IRPEF), ma un nome comune che indica un tipo di imposta. Un’imposta sul patrimonio.
Per alcuni, anche solo nominare la parola “Patrimoniale” fa venire i brividi. Questo a causa di eventi straordinari come l’imminente crack finanziario del 1992, quando il governo Amato varò, con l’aiuto delle tenebre, un prelievo straordinario del 6 per mille sull’ammontare dei depositi bancari e postali, dei conti correnti e dei libretti, oltre alla ISI (“Imposta Straordinaria sugli Immobili”, poi diventata ICI).
Destinatari dell’imposta non sono solo persone fisiche, nella veste di singoli cittadini o famiglie, ma anche le persone giuridiche, quindi aziende e società.
La patrimoniale, inoltre, può essere fissa, dove tutti devono versare la stessa cifra, oppure variabile, basata a seconda dell’entità del patrimonio. Infine, può essere straordinaria o periodica, però non sono inusuali i casi in cui da straordinaria l’imposta diventi, per l’appunto, periodica.
Concentrandoci per un momento solo sulle sole persone fisiche, attualmente in Italia, le imposte patrimoniali vengono pagate su:
- Liquidità, quindi bollo sui conti correnti e i libretti di risparmio;
- Investimenti finanziari, su deposito titoli, tassazione dei redditi di capitale e dei redditi diversi, transazioni finanziarie;
- Immobili, meglio conosciuta come IMU;
- Trasferimento della ricchezza, quindi in caso di donazioni e successioni.
Altri esempi di patrimoniali sulle persone fisiche sono, ad esempio, il bollo auto annuale e il canone radio-televisivo, il famoso e tanto discusso Canone RAI.
Ma bisogna davvero “difendersi” dalle patrimoniali?
In un’epoca dove ormai vengono garantiti altissimi livelli di trasparenza tra le varie autorità fiscali europee e mondiali, il vecchio espediente di portare i soldi all’estero è acqua passata.
Nel nostro paese, tanto per dirne una, chi ha conti all’estero si interfaccia con più autorità fiscali (tra cui l’Agenzia delle Entrate in fase di dichiarazione dei redditi) e in caso di investimenti in strumenti esteri, ha comunque l’intermediario italiano a fargli da sostituto d’imposta.
La strada corretta per non temere le patrimoniali è quella di affidarsi a un consulente esperto e preparato, che possa pianificare il tuo patrimonio in ogni aspetto, anche quando le imposte sono dietro l’angolo.
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