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Rappresentazione visiva dell'articolo: Governo Draghi: Quali Sono le Previsioni per la Crescita Economica Italiana

Le condizioni di vita non sono tutte uguali. Cambiano da Paese a Paese.

La qualità della vita significa maggiori servizi per i cittadini, più oggetti di consumo e di lusso, migliore assistenza sanitaria, Welfare State, scuole più efficienti, maggiore sicurezza ecc.

Tutto ciò è misurato da un solo parametro: il famoso e famigerato PIL o “Prodotto Interno Lordo

Quest’unico indicatore viene utilizzato per misurare:

- Il Totale dei Beni e Servizi Prodotti dall’Economia

- La Somma Totale dei Redditi Guadagnati

Sembrano due cose diverse ma non lo sono del tutto. Sono collegate tra loro. Infatti, più il PIL è elevato, più il Paese è in grado di produrre per i propri cittadini una quantità di beni e servizi più elevati e di migliore qualità.

Ovviamente, lo Stato è in grado di fornire questi servizi nel momento in cui vengono utilizzati. In altre parole, se il reddito pro-capite è basso, difficilmente usufruiranno di molti servizi o compreranno determinati beni di lusso.

Negli ultimi 20 anni, l’Italia ha visto aumentare progressivamente il divario con gli altri Paesi. Rispetto alla Germania, ad esempio, il PIL italiano è di un terzo.

Come Invertire la Tendenza?

I 4 Pilastri della Crescita Economica a Lungo Termine

Iniziamo col comprendere alcuni aspetti importanti dell’economia di una nazione come l’Italia. La sua capacità di crescita del PIL, nel lungo periodo, dipende da:

- Il Capitale Fisico. La dotazione di attrezzature e strutture che vengono utilizzate per la produzione di beni e servizi. Si tratta dei cosiddetti beni strumentali che, come dice il termine stesso, sono gli strumenti per produrre. La modernizzazione della tecnologia e l’efficienza delle infrastrutture sono quindi oro colato per la produzione e, quindi, per la crescita del PIL.

- Il Capitale Umano. Le conoscenze, le competenze e le capacità dei singoli lavoratori. Il capitale umano deriva direttamente dalla qualità del sistema scolastico a partire dalla scuola primaria fino ad arrivare alle università. Si tratta di un aspetto fin troppo sottovalutato perché, anch’esso, produce ricchezza nel lungo periodo. Per alcuni settori, si tratta di un lunghissimo periodo. Pensiamo ad esempio al sistema sanitario.

- Le Risorse Naturali. Ogni Paese ha le sue risorse naturali e devono essere sfruttate al meglio facendo sì, al tempo stesso, di mantenere gli equilibri ambientali. Tuttavia, è chiaro che alcune risorse siano più profittevoli di altre. Un Paese come l’Italia, privo di grandi giacimenti di metalli preziosi o petrolio, dovrebbe sfruttare di più il patrimonio naturalistico e culturale di cui, invece, è ricco.

- Le Conoscenze Tecnologiche. Le conoscenze derivate da ricerca e sviluppo sono fondamentali per la produzione di beni e servizi. La ricerca può essere sia pubblica che privata ma, in ogni caso, andrebbe incentivata. Anch’essa non produce beni nel breve termine ma grandissimi vantaggi nel lungo termine.

Tutto ciò dovrebbe essere favorito non solo da investimenti ma, in primo luogo, da una legislazione adeguata. Da regole semplici, stabili ed efficaci che possano agire nel lungo periodo. Purtroppo, non esiste un modo per raggiungere la Germania in 3 anni.

Come abbiamo visto, tutti questi parametri non portano risultati immediati. Anche la situazione in cui ci troviamo ora è frutto di decenni di mancanze su questi 4 fronti. Come non c’è ripresa in un anno, neanche le crisi derivano da un solo anno di trascuratezza.

I Segnali Provenienti dal Governo Draghi

Mario Draghi ha sottolineato più volte l’importanza di interventi pubblici volti a costruire un sistema economico in grado di generare crescita a lungo termine. Molto spesso ha evidenziato le mancanze del sistema scolastico che, in Italia, è tra i più arcaici d’Europa.

Certamente i fondi del Recovery Fund si riveleranno indispensabili. Tuttavia, questo percorso durerà molto più a lungo dei 2 anni di governo Draghi.

Il tempo scorre. Prima iniziamo, prima raggiungiamo gli obbiettivi proposti.

Gli economisti lo sanno bene e, apparentemente, anche il presidente Draghi lo sa.

Staremo a vedere.

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